Chi sono? E cosa ci faccio qui (ancora)?

Domanda legittima.
Me la faccio spesso, soprattutto quando una pecora mi fissa durante una tempesta in Galles e io fingo di contemplare il paesaggio solo per riprendere fiato.

Mi chiamo Edoardo — cammino, scrivo, fotografo, progetto, mappo, colleziono mappe inutilmente dettagliate e, a volte, cerco il Wi-Fi in mezzo alle brughiere.
Questo blog nasce come diario di viaggio, ma è diventato un giardino digitale: un posto dove far convivere escursioni, recensioni, saggi e automazioni, con una certa dose di ironia e disordine controllato.


Cosa troverai in questo sito?

Tutto ciò che non stava in un unico zaino:

  • Viaggi: racconti semiseri tra sentieri, pioggia e teiere scozzesi.
  • Recensioni: ristoranti, locande e hotel raccontati come micro-epopee gastronomiche.
  • Saggi: riflessioni su mito, ironia e sacralità moderna — scritte tra una salita e un bicchiere di Amarone.
  • Progetti digitali: mappe interattive, generatori di recensioni, esperimenti Ghost e altre derive tecniche.

Il tutto condito da una voce che alterna entusiasmo e sarcasmo, poesia e calli da ferrata.


Perché esiste Eddygarden?

Perché ogni tanto serve un luogo dove unire tutto:
la passione per il camminare, la curiosità per i simboli, la mania di scrivere codice solo per mappare un sentiero, e la convinzione che l’ironia sia una forma di sopravvivenza.

Eddygarden è quindi un ibrido:
una rivista personale, un laboratorio digitale e una valle mentale popolata da pecore filosofi, castelli gallesi e script che si credono poeti.
Un posto dove il serio e l’assurdo si danno del tu.


Posso contattarti?

Assolutamente sì!
Soprattutto se:

  • Hai trovato un errore in una mappa (succede, lo giuro).
  • Vuoi segnalarmi un sentiero, un’osteria o un pensiero curioso.
  • Hai una trincea nel giardino e vuoi valorizzarla.
  • Vuoi propormi un’escursione, una birra, un libro o un’idea.

📩 Scrivimi qui o urla forte da una cima vicina. Potrei sentirti.
🗺️ Oppure cerca “Eddygarden” su una mappa: di solito appare dove c’è ironia e segnale scarso.


Grazie per essere arrivato fin qui.
Ora puoi tornare ai saggi, alle recensioni, o ai viaggi
che in fondo sono tre modi diversi per chiedersi la stessa cosa:

“Ma chi glielo fa fare?”

A presto,
sulle pagine del blog, o tra i sassi...