Galles 2025 – Giorno 3 Yr Wyddfa: ascesa (e discesa) verso le nuvole, tramezzini pressurizzati e pecore poco collaborative

Galles 2025 – Giorno 3 Yr Wyddfa: ascesa (e discesa) verso le nuvole, tramezzini pressurizzati e pecore poco collaborative

👣 Percorso: Miners’ Track in salita, Pyg Track in discesa
🐑 Pecore: centinaia, una protagonista


Ore 7:30.
L’alba sul Galles ci guarda con l’occhio strizzato di chi sa che oggi si fa sul serio.
Niente castelletti da visitare o città da esplorare con passo molleggiato… oggi si sale.
O meglio, oggi si scala lo Snowdon, pardon, lo Yr Wyddfa, come lo chiamano i locali con quell’aria da bardi scesi dalle nebbie celtiche (o più probabilmente dai pub).

Lo zaino è pronto. L’adrenalina c’è.
E c’è pure il famigerato packed lunch dell’hotel, consegnatoci ieri sera con una certa aria di mistero. Lo apriamo. Dentro ci troviamo tre bottigliette d’acqua, due brioche, un paio di frutti e della cioccolata. Ma… i panini? I tramezzini? Il cibo vero? Houston, abbiamo un problema.

🥓 Colazione (quasi) mancata

Scendiamo a colazione, confusi. Al buffet c’è il tuttofare dell’hotel – che ancora non capiamo se sia un rude montanaro gallese o un animo gentile travestito da personaggio di “Trainspotting”.
«Ah, siete ancora qui? Pensavo foste partiti col packed breakfast!»
Ah, ecco. C’era un fraintendimento. O un boicottaggio. O un tentativo di eliminarci per vie digestive.

Comunque, chi si accontenta si gode burro e marmellata. Chi invece sente il bisogno di un pasto epico, divora salsicce, uova, fagioli e salse come se dovesse affrontare non un’escursione ma un assedio vichingo.

🅿️ Pen-y-Pass e inizio escursione

Il tempo è con noi: un sole discreto ci guida verso il Pen-y-Pass, punto di partenza dell’epica scalata.
Consiglio pratico per i viandanti futuri: il parcheggio va prenotato online con anticipo, altrimenti rischiate di dover lasciare la macchina a Cardiff.

Zaini in spalla, scarponi ai piedi, Garmin acceso. Il piano è semplice: salita lungo il Miners’ Track, discesa lungo il Pyg Track. Totale: circa 12 chilometri e una buona dose di fiato e ginocchia.

🌄 Miners’ Track: dai laghi alle nuvole

Il primo tratto è una poesia scritta con pietre e laghi: lo scenario è da cartolina celtica, i laghi blu si infilano tra colline di smeraldo e pecore bianche come panna montata.
Il sentiero sale lento, ci lascia tempo per guardarci attorno, fare foto, raccontare storie a Maddalena (“vedi quel lago? Lì vive la regina delle pecore… si chiama Cawelina”), ma oramai è grande e non ci crede più… vero?

Poi il tracciato cambia. L’ultimo tratto prima del collegamento col Pyg Track ci sfida con una pendenza del 22%, roba che in confronto l’Everest sembra una rampa da garage. Ma siamo carichi. Siamo motivati. Siamo… leggermente ansimanti.

Mentre io procedo con passo deciso, Maddalena e Sara hanno bisogno di una piccola pausa durante l’ultima parte della risalita. Ed è allora che si compie la tragedia…
Comode e rilassate su una roccia a riprendere fiato, sotto il brusio dei viandanti ansimanti si ode in lontananza il fischio di un treno. Sara esclama: «Si sente il treno, siamo a buon punto!»
Maddalena con occhi sgranati la guarda e chiede: «Ma c’è un treno che sale in vetta?»
E Sara, con tutta serenità e guardandola con la pace del camminatore fiero, risponde: «Sì».
A quel punto Maddalena non sa se piangere, disperarsi, tornare indietro, andare avanti o chissà cosa… decide quindi di darsi a una fragorosa e infinita risata di chi sa di essere stato ingannato!

🌫️ In vetta… tra la folla e la foschia

Ultimo strappo. Il cielo si chiude su di noi. Le nuvole scendono rapide e avvolgenti, il vento fischia, la nebbia diventa nostra compagna silenziosa.
E proprio mentre raggiungiamo la vetta, arriva anche il trenino turistico dall’altra valle (quello che poco prima ha fatto esplodere di risate Maddalena).
Un’intera scolaresca di ciabattari in t-shirt si riversa sul sentiero finale. Ma come?! Noi sudati e provati, loro profumati di doposole!

Decidiamo di rimandare la foto sulla vera vetta, per non essere stritolati da sandali e borsette. Ripieghiamo sulla stazione del trenino, dove io, affamato come un lupo di Snowdonia (che in realtà non ci sono…), mi lancio su quattro tramezzini al pollo e maionese e una Coca-Cola da altitudine.
Una pressione tale che se l’aprivi in fretta avresti potuto lanciare un satellite in orbita.

🏁 La vetta è nostra!

Quando la calca si dirada, torniamo su. La vetta, nebbiosa e mistica, è tutta per noi.
Scattiamo la foto ufficiale, piantiamo la nostra bandierina mentale e ridiamo come bambini.

🧗‍♂️ Discesa sul Pyg Track

Il ritorno si rivela più bello del previsto: il Pyg Track è un sentiero spettacolare, fatto di rocce, passi tecnici e panorami da fiaba.
Il fiato non manca, le gambe tengono, i garretti sembrano quelli di giovani stambecchi innamorati.

Poi, sul ciglio del sentiero… l’incontro.
Una pecora fiera e maestosa, sola contro il mondo. Mi fermo. È il momento perfetto.
Tiro fuori la macchina fotografica con lentezza felina, respiro, punto, metto a fuoco…
E lei, con la calma altezzosa di una regina offesa, si gira e mi mostra il didietro.

“Vuoi l’iconica foto da National Geographic?
Tè ciapet, turista.”

Mi arrendo, rido, la saluto con un inchino. In fondo, questa è casa sua. Io sono solo un bipede sudato con una reflex e dei tramezzini indigesti nello stomaco.

🚙 Ritorno e meritato riposo

Alla macchina ci arriviamo divertiti e divertenti, sporchi, stanchi e felici.
Missione Snowdon compiuta.

Stasera niente ristoranti, niente giri extra. Doccia, relax e cena in hotel.
Fa pigroni? Può darsi. Ma chi ha camminato quasi 14 km in giornata può concedersi un piatto caldo servito senza doversi alzare, no?

Domani si riparte… ma oggi ce la siamo davvero goduta.


📸 Foto del giorno:

  • Yr Wyddfa nella nebbia
  • La pecora regina del dispetto
  • Il gruppo (quasi) sulla vetta, tramezzini alla mano

💬 Citazione del giorno:

“La vetta non si conquista con le gambe, ma con il cuore (e una buona colazione)”
– Edoardo, filosofo da sentiero