L’isola mangia scarponi
Chi si sveglia presto per fare colazione e chi dorme fino all’ultimo. Ma l’appuntamento è presto. Ore 8:30!
Oggi, per chi sa dove andremo, sarà una giornata emozionante. La Lady Margaret, meraviglioso reperto nautico con un fascino retró, ci porterà sull’isola Inchcailloch (questo era il nome prima di quanto ci è successo, o meglio di quanto mi è successo), luogo mistico e misterioso; basti pensare che il nome significa “island of the old or cowled woman”.
Saliamo a bordo!
Siamo quasi imbarazzati dall’emozione, con il suo borbottio, da vecchio motore a camme, la Lady Margaret ci trasporta sull’isola.
Scendiamo sul pontile di legno e… qua l’isola decide di iniziare a mangiare le suole dei miei scarponi. Neppure 9 passi, il mamba nero è più magnanimo, e le mie suole iniziano a sgretolarsi…

Nulla da fare…
Missione conclusa, ma la Margaret è già partita.
Non ci resta che aspettare il suo ritorno per tornare sconfitti e laceri di dolore a Balmaha.
Anche il capitano della nave è impaurito da quanto è successo e non riesce a guardarci in viso.

Di nuovo su suolo stradabile (altro neologismo vittoriano) siamo costretti ad annullare il programma per correre ai ripari; guidando fino a Glasgow per sostituire le pedule “mangiate”.
Tra andata e ritorno il tempo mangiato (eh si, mi spiace ma oggi è una giornata edibile) è di un ora e mezza e forse più, ma si può recuperare qualcosa: pranzo al Oak Tree in e poi giro pomeridiano con la Loch Lomond Cruise, molto turistico ma da uno che si fa divorare le scarpe non sono concessi commenti.
Un vero e proprio gir-in-giro, in mezzo al Loch a veder isolette e casette sperdute tra i mille alberi.

Attracco al porto di Luss, piccolo villaggio sulla sponda opposta.
Vi ricordate di quando da bambini gli adulti vi spaventavano con lo spauracchio dell’uomo nero, ecco noi abbiamo avuto l’esperienza della bambina nera. A Luss abbiamo imbarcato nuovi passeggeri tra cui questa sirena umana, non capitemi male non sto parlando di Ariel l’affascinante sirenetta della Disney, ma di una sirena d’allarme o di una ambulanza decidete voi, sappiate solo che i decibel emessi superavano la soglia dell’umana sopportazione. Alla fine il ponte esterno si è svuotato, tutti noi, normali avventori, ci siamo rifugiati nel silenzio dei motori diesel del ponte inferiore., trovando la pace fino allo sbarco definitivo di fine crociera.
Per calmare i nervi e per provare i nuovi scarponi giallo fiammante abbiamo deciso di chiudere la giornata con una piccola passeggiata, la Millenium Forest Walk; semplice, senza nessun dislivello e molto veloce.
Veloce doccia e poi consueta ricerca di un posto carino dove spendere la cena.
Si va all’elegante e di servizio superbo Buchanan Arms Hotel & Spa, pensate che ci hanno lasciato la bottiglia di vino chiusa al centro del tavolo, dopo svariati cenni, prima tenui e o poi simili alle bracciate di un uomo che affoga, la cameriera si appropinqua col giusto utensile, detto cavatappi, per aprir la fatal bottiglia. Non ce la fa…non ha idea di come si usa. Per fortuna la mia abilità da veneto entra in soccorso e con uno schiocco di lingua e una pacca sulla gamba la bottiglia è finalmente aperta! Da non tornarci.
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