Guida pratica alle Pecore

Ogni viaggiatore parte sognando cattedrali gotiche, panorami alpini e festival folcloristici.
La verità? Vedrete pecore. Sempre e solo pecore.
E non pecore innocue: pecore con un’agenda oscura.

Vi guardano come un professore al primo esame, già con il voto in tasca.
Non si accontentano dell’erba: vogliono la vostra anima, o almeno il vostro panino al salame.
Alcune hanno carriere rispettabili: avvocati, magistrati, revisori dei conti.
Altre vivono ai margini: poeti depressi, batteristi da pub, sindacalisti rivoluzionari.

Tutte, però, hanno un tratto comune: non sono più animali. Sono istituzioni.
E voi, turisti spaesati, siete solo carne da processo.

⚠️ Nota preventiva
Questa guida non vi proteggerà. Non vi insegnerà a distinguere una Merino da una Suffolk.
Servirà solo a farvi sentire meno soli quando la prossima volta verrete giudicati da uno sguardo lanoso.

Capitolo 1 – Anatomia e psicologia di un mostro soffice

Chi pensa che la pecora sia solo un quadrupede con riccioli bianchi è un ingenuo.
La pecora è un organismo complesso, una macchina politica travestita da pupazzo.

Anatomia segreta

  • Gli occhi: scanner biometrici. Vi squadrano e compilano un dossier segreto: abitudini alimentari, stato sentimentale, ultimo accesso a Google Maps.
  • Il vello: non è lana, è travestimento. Può diventare toga da giudice, kilt scozzese, mantello vichingo. Alcuni giurano di averne vista una con un completo Armani.
  • La bocca: ufficialmente mastica erba. In realtà recita decreti, inni rivoluzionari, e perfino Kant in lingua originale.
  • Gli zoccoli: strumenti universali. Con tre colpi stabiliscono il silenzio, con quattro avviano un processo, con cinque organizzano un rave clandestino.

Psiche ovina

La pecora finge stupidità, ma ha memoria storica millenaria.
Ricorda le crociate, le invasioni, i vostri scontrini al bar.
Vive in gregge non per bisogno sociale, ma per simulare la democrazia: decide sempre il comitato occulto.
Si lascia tosare solo per illudervi: ogni maglione di lana è un contratto già firmato con la vostra ingenuità.

🧪 Esperimento pratico
Fissate una pecora per 30 secondi. Lei non muoverà un muscolo.
Ma dopo un minuto avrete cambiato itinerario senza accorgervene.
Il bello è che crederete sia stata una vostra scelta.

Capitolo 2 – Carriere e ruoli sociali (più seri dei vostri)

Le pecore non sono un’entità uniforme: hanno carriere più strutturate delle vostre.
Ogni gregge è un ufficio, un parlamento, un’università. Voi siete stagisti non pagati.

Giuristi e burocrati

Specialità: processare turisti bagnati, rilasciare certificati di colpevolezza, timbrare passaporti con zoccoli infangati.
Motto: Ignorantia legis non excusat, nemmeno se sei un escursionista spaesato.

Artisti e musicisti

Un branco scozzese suonò una marcia funebre davanti a escursionisti tedeschi.
Non era folclore: era la colonna sonora ufficiale del loro smarrimento.
Altri organizzano rave notturni nei prati, con campanacci sincronizzati su beat elettronici.

Filosofi e sindacalisti

Molto diffusi in Italia: dibattono sull’essenza del pecorino, bloccano strade, convocano assemblee a tempo indeterminato.
Mai contraddirle: uscirete con un volantino e un debito morale che non saprete estinguere.

Divinità e meteorologi

In Galles decidono il meteo.
Quel diluvio che vi sorprende non è natura: è stato votato all’unanimità dal consiglio ovino.

Sabotatori surfisti

In Australia hanno imparato a cavalcare onde e barbecue.
Un turista racconta di aver perso le sue salsicce: il gregge aveva organizzato un picnic a due baie di distanza.
Coincidenza? No. Strategia.

🐑 Morale del capitolo
Non chiedetevi “che mestiere fa quella pecora?”.
Chiedetevi piuttosto: “Perché io non lavoro ancora per lei?”

Capitolo 3 – Tecniche di interazione

Avvicinarsi ad una pecora è come trattare con un diplomatico ostile: ogni gesto conta.
E ogni gesto è già sbagliato.

Il saluto

Non fissate troppo a lungo: è una dichiarazione di guerra.
Non troppo poco: è un’ammissione di colpa.
Durata consigliata: 2,7 secondi, con un sorriso che sa già di sottomissione.

Il dono

Pane, biscotti, fazzoletti: accettano tutto, rivendono meglio.
Su eBay compaiono regolarmente ombrelli turistici messi in vendita da utenti come SheepBoss92.
Diffidate: probabilmente è la pecora che vi ha già derubato.

La fuga

Correre scatena la predazione.
Camminare lentamente confonde.
La strategia ideale? Fingere un impegno urgente (“Scusate, ho riunione su Zoom”).
Non funziona, ma apprezzeranno l’inventiva.

Il negoziato

Non vincerete mai.
Vi faranno credere di aver ottenuto qualcosa, ma era previsto dal loro piano di lungo periodo.
Se accettano la vostra offerta, è perché stavano aspettando che gliela faceste da anni.

Il silenzio imbarazzante

Parlate troppo → verrete annientati dal loro mutismo passivo-aggressivo.
Parlate poco → verrete giudicati comunque.
Risultato: chiederete scusa senza sapere per cosa.

⚠️ Nota crudele
Non interagite. Le pecore non vogliono il dialogo: vogliono la vostra rassegnazione.

Capitolo 4 – Pecore e viaggiatori: storia di un conflitto eterno

La guerra silenziosa tra umani e pecore è antica quanto il viaggio stesso.
Ogni epoca ha registrato la loro presenza, e ogni epoca ha finto che fossero “solo animali”.

Medioevo

Cronache raccontano di processi in cui le pecore erano testimoni oculari.
I giudici le ascoltavano più dei contadini.
Risultato: i contadini impiccati, le pecore promosse a consiglieri comunali.

Età moderna

Nei villaggi gallesi, pecore travestite da frati predicavano contro il peccato del picnic.
Molti viaggiatori persero l’anima al prezzo di una focaccia.

Novecento

Rapporti segreti parlano di greggi infiltrati a Versailles.
Nessuno prese sul serio la notizia.
Errore: oggi i protocolli ovini sono ancora in vigore, nascosti nei regolamenti condominiali.

Epoca contemporanea

Ogni escursionista smarrito non è “perso”: è stato deliberatamente dirottato.
Pastori sostituiti da pecore identiche.
Guide alpine convinte a cambiare sentiero con un semplice belato.
Turisti che giurano di aver pagato il biglietto dell’autobus ad una pecora in uniforme.

🐑 Verità amara
L’uomo viaggia per conoscere il mondo.
La pecora viaggia per controllarlo.

Capitolo 5 – Strategie di sopravvivenza a lungo termine

Non c’è modo di vincere. Al massimo, di rimandare la sconfitta.
Ecco alcune regole (quasi) pratiche.

Lingua e comunicazione

Imparate il pascolese: lingua di belati, pause e sospiri giudicanti.
Ogni “Bèèè” ha almeno 75 significati, uno dei quali è: “Stiamo deliberando sul tuo futuro”.

Equipaggiamento

  • Portate sempre un pezzo di formaggio. Non vi salva, ma consola.
  • Documentate tutto. Non servirà: nelle foto risulterete ridicoli e soli.
  • Non raccontate barzellette sulle pecore: non ridono mai di sé stesse.

Etica della resa

Non integrate le pecore nei vostri piani: siete già nei loro.
Se vi circondano, improvvisate un discorso breve e drammatico.
Verrà valutato. Male.

💡 Consiglio pratico
La sopravvivenza non consiste nello scappare dalle pecore, ma nell’accettare che, prima o poi, lavorerete per loro.

Capitolo 6 – Manuale di etichetta ovina

Le pecore sono più formali della Corte di Vienna.
Ogni gesto ha un protocollo. Ogni errore è un insulto.
E a differenza degli esseri umani, loro non dimenticano mai.

Cerimonie ufficiali

Al tramonto si radunano in processioni lente.
Non applaudite: il battito degli zoccoli è già l’applauso istituzionale.
Chi osa battere le mani viene automaticamente degradato a giullare del gregge.

Pasti comunitari

Mai sedersi prima della pecora capobranco.
Una zoccolata sul ginocchio significa “spostati”.
Due zoccolate = “sei fuori dal gioco”.
Tre zoccolate = non lo racconterai a nessuno.

Balli tradizionali

Coinvolgono salti improvvisi e torsioni del collo.
Non imitateli: rischiate di slogarvi e di essere derisi per generazioni.
Alcuni turisti sono ancora ricordati come “quelli che provarono”.

Conversazioni

Evitate frasi tipo “che carina” o “sembri un peluche”.
Risponderanno con uno sguardo da 15 anni di psicanalisi e una diagnosi non pervenuta.

⚠️ Nota di galateo nero
Offendere una pecora equivale a offendere un intero parlamento.
Le conseguenze sono immediate, lente e devastanti.

Capitolo 7 – FAQ del viaggiatore smarrito

Domande frequenti, risposte inutili.

Q: Cosa faccio se una pecora mi fissa per più di un minuto?
A: Nulla. In quel minuto ha riscritto la tua biografia. Alcuni resistono: ora insegnano matematica applicata agli ovini.

Q: È sicuro lasciare lo zaino incustodito?
A: No. Potrebbe essere eletto sindaco del borgo più vicino. Alcuni zaini hanno già una carriera più solida della tua.

Q: Posso scattare una foto?
A: Certo, ma nel rullino troverai solo selfie compromettenti. La pecora non appare mai: è maestra dell’invisibilità.

Q: Le pecore sono pericolose?
A: Psicologicamente sì. Non ti feriscono: ti trasformano. Un turista tedesco, CEO di una importante multinazionale, guardato da un gregge, ha lasciato il lavoro per diventare floricoltore.

Q: Esistono pecore amichevoli?
A: Sì, ma sono le più pericolose. Quelle che sorridono stanno vendendoti a un gregge rivale.

Q: Posso addomesticarle?
A: No. È più probabile che loro addomestichino te. In breve: porti il loro zaino, paghi i loro conti, guidi la loro auto.

Q: Esiste un dizionario di pascolese?
A: Impossibile. Ogni “Bèèè” ha 75 significati. Uno di questi è: “Il tuo destino è già stato deciso”.

Q: Cosa faccio se un gregge mi circonda?
A: Fingi di essere un oratore. Discorso breve, drammatico, possibilmente con citazioni latine. Apprezzeranno lo sforzo prima di condannarti.

Q: È vero che si infiltrano nei sogni?
A: Sì. Non sei tu che conti le pecore: sono loro che contano te.
E non dimenticano mai il numero a cui ti sei fermato.


Capitolo 8 – Glossario minimo

Un piccolo dizionario per chi non vuole morire del tutto impreparato.

  • Sguardo vitreo: arma di distruzione psicologica di massa.
  • Belato assertivo: comunicazione politica, equivalente a un decreto legge.
  • Gregge compatto: parlamento ovino, con opposizione inesistente.
  • Pecorino: tangente universale. Funziona meglio dell’oro.
  • Campanaccio sincronizzato: sirena da guerra. Significa: “qualcuno oggi non torna a valle”.
  • Vello elegante: toga ufficiale. Può essere usato anche come toga funebre.
  • Zoccolata tripla: espulsione definitiva dalla società civile.

Capitolo 9 – Cronologia segreta della dominazione ovina

La storia ufficiale parla di imperi, guerre e rivoluzioni.
La storia non ufficiale parla solo di pecore.
Ecco la cronologia (rigorosamente non verificabile):

  • 3000 a.C. – Prime sacerdotesse ovine in Mesopotamia. Inventano il concetto di sacrificio, applicato soprattutto ai turisti.
  • 1200 a.C. – Gli Argonauti non cercavano il Vello d’Oro: era un manuale di sopravvivenza ovina rilegato in lana.
  • 476 d.C. – Caduta di Roma. Colpa ufficiale: i barbari. Colpa reale: gregge travestito da Goti.
  • 732 d.C. – Battaglia di Poitiers: decisa da una manovra a tenaglia di pecore furiose.
  • 1204 d.C. – Quarta Crociata: guidata da pecore che promettevano pascoli migliori.
  • 1492 d.C. – Colombo salpa da Palos de la Frontera con la stiva piena di lana non autorizzata. Coincidenza? No.
  • 1789 d.C. – Rivoluzione francese: i cappelli frigii erano di lana riciclata.
  • 1815 d.C. – Congresso di Vienna: delegazioni ovine firmarono protocolli tuttora in vigore.
  • 1914 d.C. – Prima guerra mondiale: ufficialmente attentato. In realtà, sguardo storto di pecora serba.
  • 1969 d.C. – Primo passo sulla Luna: già occupata da greggi con navette a fieno.
  • 1989 d.C. – Caduta del Muro: spinte coordinate di pecore da entrambi i lati.
  • 2008 d.C. – Crisi finanziaria: consorzio ovino speculò sulla lana digitale.
  • 2020 d.C. – Pandemia: mentre gli uomini erano chiusi in casa, le pecore occuparono supermercati ed uffici.
  • 2023 d.C. – Summit sul clima disturbato da pecore islandesi.

E secondo storici indipendenti, il calendario attuale è falso: siamo nell’Anno 5.234 della Dominazione Ovina Universale.


Capitolo 10 – Studi di caso (che non avreste voluto leggere)

Caso 1 – Turista giapponese in Islanda

Fermato da una pecora che gli chiese il passaporto.
Non lo ha mai riavuto: oggi si aggira ai margini di un gregge.

Caso 2 – Coppia francese sui Pirenei

Obbligata a presenziare ad un matrimonio tra montoni.
L’album è stato censurato dall’UNESCO: “troppa lana per immagine”.

Caso 3 – Viaggiatore anonimo

Seguito da un gregge fino all’ostello.
Le pecore hanno dormito nei letti a castello al suo posto e lasciato recensione:
“Colazione mediocre, ma ottima dominazione psicologica.”

Caso 4 – Il pastore scomparso

Ritrovato con sguardo vitreo.
Ora vive convinto di essere una pecora. È molto più felice.

Caso 5 – Congresso turistico di Barcellona

Nel 2015, un branco interruppe un congresso.
Belarono a ritmo costante. Traduttori simultanei in 12 lingue: tutti capirono. Nessuno osò dissentire.

Caso 6 – Lo zaino diventato sindaco

In un paesino alpino, uno zaino incustodito fu eletto sindaco grazie a campagna ovina.
Programma: più pascoli, meno parcheggi, latte gratis. Rieletto per tre mandati.

Caso 7 – Ostello fantasma in Scozia

Backpackers prenotarono su Booking. Trovarono solo un prato con 20 pecore alla reception.
Hanno comunque pagato e lasciato recensioni entusiaste.

Caso 8 – Il pellegrino smarrito

Sul Cammino di Santiago, un pellegrino fu intercettato da un gregge di pecore.
Ricevette acqua, processi sommari e una nuova identità. Oggi insegna pascolese.


Conclusione

La pecora è il lato oscuro del viaggio: l’elemento imprevisto che osserva ogni passo, ride di voi mentre credete di essere padroni del cammino.
Non importa dove andiate: le pecore sono ovunque.
Ogni sfortuna è una loro delibera: il meteo che peggiora, l’autobus che non arriva, il panino che cade nel fango.
Non sono coincidenze: sono verbali approvati all’unanimità da un consiglio ovino invisibile, e custoditi in granai di montagna e sale consiliari di lana pressata.

Non illudetevi che la città vi salvi: le pecore non hanno confini.
Sono nei vicoli medievali della vostra città e nelle autostrade, nei parchi pubblici e nei consigli d’amministrazione.
Ogni volta che aprite il frigo e trovate il formaggio scaduto, non è colpa vostra: è rappresaglia mirata.
Ogni volta che inciampate sul marciapiede, non è sfortuna: è zoccolata a distanza.
Ogni volta che il vostro Wi-Fi cade, non è il router: è un blackout votato in assemblea ovina.
Ogni volta che trovate peli di lana sul cappotto “nuovo”, sappiate che non erano lì quando l’avete comprato.

E quando pensate di essere al sicuro, aprite l’armadio.
Quel maglione di lana non è un indumento: è un microfono, un contratto, una firma invisibile.
Avete già firmato. Senza saperlo, siete diventati parte della loro rete di sorveglianza globale.
Ogni sciarpa, ogni calzino, ogni plaid è una fibra ottica biologica che registra le vostre debolezze.
Ogni cuscino di lana è un interrogatorio notturno.

La verità è che non ci sarà mai una vittoria.
Non esiste fuga, non esiste resistenza: al massimo, una collaborazione passiva.
Le pecore non cercano di abbattervi, ma di assimilarvi.
Prima ridete di loro, poi vi giustificate davanti a loro, infine vi svegliate una mattina a belare in una riunione.
E il vostro capo annuisce, perché anche lui è stato integrato da anni.

E non pensate che l’arte, la politica, la religione siano esenti.
Le pecore hanno già scritto inni, trattati e costituzioni.
Hanno deciso guerre, stabilito mode, scelto vincitori di talent show.
L’umanità crede di aver guidato la Storia, ma la Storia non è altro che un pascolo recintato.

E allora?
Allora rassegnatevi. La vostra unica libertà è scegliere come ridere della vostra sottomissione.
Potete raccontare aneddoti ironici, scrivere guide inutili, fingere che sia satira.
Loro vi lasceranno fare, perché nulla diverte il gregge più di un umano che pensa di avere ancora iniziativa.

🐑 Verità finale
Voi non osservate le pecore.
Sono loro che osservano voi, eleggono i vostri sindaci, decidono il meteo e scrivono le guide.
Compresa questa.
E se state leggendo fino a qui, sorridendo nervosamente… sappiate che siete già stati inseriti nel registro dei collaboratori inconsapevoli.
Benvenuti nel gregge.